Gianfranco Ferroni

Livorno 1927 - Bergamo 2001

Gianfranco Ferroni è uno dei grandi artisti del ‘900 italiano, oggetto in questi anni di una "riscoperta" appassionata e attenta. Nato a Livorno nel 1927, trascorre l’adolescenza nelle Marche e dopo una breve permanenza a Milano segue la famiglia a Tradate, nell' hinterland milanese, per sfuggire ai bombardamenti. Nel 1947 Ferroni si iscrive al Partito comunista, che poi lascerà nel 1956 in seguito ai fatti d’Ungheria. Dipinge in questo periodo il proletariato al lavoro, le mondine nelle risaie tra zanzare e fango, sempre però a disagio (Loro a lavorare, scrive, io a fare il mio disegnino) e nel 1952, a 25 anni, si trasferisce a Milano, lasciando la casa paterna con poche lire.
 
Saranno anni duri, anni di miseria ma insieme di passione e di ricerca, di solidarietà e comunanza ideale con Vaglieri, Romagnoni, Banchieri, i pittori del realismo esistenziale. L'evoluzione della sua pittura procede nell'ambito della Nuova Figurazione. E non è vita facile :da una parte c’erano gli astrattisti portati da Argan….dall’altra parte c’erano i neorealisti dominati da Guttuso e dal Partito comunisa….e noi eravamo nel mezzo; eravamo dei giovani che non accettavano né l’una cosa né l’altra…. Le sue prime mostre personali sono del 1955 (galleria Schettini) e del 1956 e 57 (galleria Bergamini) ma la prima partecipazione importante è a Torino nel 1957 alla quinta edizione della mostra Peintres d’houjourd’hui – France – Italie, a cura di Luigi Carluccio: da una parte i materialisti con Burri e dall’altra il realismo esistenziale, appnto con Ferroni. Durante gli anni ’60 l’attività espositiva si intensifica: Biennale di Venezia nel 1964, Banchieri Ferroni Sughi Vespignani, Galleria Bergamini, Milano 1961; Nuove prospettive della giovane pittura italiana, Bologna 1962; Oggettività e figura, Galleria il Fante di Spade, 1963; Salon de la jeune peinture, Parigi 1966, Sei pittori a Milano, Galleria Eunomia, 1970. Ferroni entra nel gruppo Il pro e il contro (con Vespignani, Attardi, Guccione e altri) mentre nella rappresentazione si precisano situazioni spaziali, ingabbiamenti di colori, forme incerte che si disfano e si ricostruiscono: sempre la memoria che prende forma. Nel 1968 Ferroni è invitato alla Biennale di Venezia, per la prima volta con una sala personale. Ma sono gli anni di punta della contestazione, cui Ferroni aderisce pienamente, girando le sue tele che nessuno allora potè vedere. Segue una profonda delusione di quella esperienza e anni cupi durante i quali avviene una svolta: Ferroni rinuncia a qualsiasi ideologia. Dice: Sono diventato ateo in tutti i sensi. Si trasferisce a Viareggio e per oltre un anno smette quasi di dipingere. Sarà l’incisione, già ampiamente utilizzata sin dal 1957, il mezzo da cui l’artista riparte, scavando, alla ricerca di una nuova dimensione. Nel 1970 torna a Milano dove va vivere con Carla, la compagna conosciuta in occasione della mostra di pittura all’Eunomia, da cui avrà una figlia nel 1974. Fu la mia prima vera casa … e ripresi a lavorare. Dal 1972 prende forma una nuova poetica: Ferroni dipinge prevalentemente le cose che lo circondavano nello studio: la giacca appesa, il tavolo, il letto disfatto, una tazza, i bicchieri, il cavalletto, che egli rapprsesenta sospesi in una luce rarefatta. La ricerca, solitaria e assillante, si fa sempre più profonda: una ricerca sull’essenza della pittura, sul ruolo dell’artista, sulla struttura profonda della realtà e la speranza di un nuovo messaggio. Nel 1987 si trasferisce a Bergamo dove morirà nel 2001 all’età di 74 anni. Delle mostre realizzate dopo il 1970 ricordiamo: Italienische Realisten 1945 bis 1974, Berlino 1974; Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, Roma 1981; Biennale di Venezia 1982 con una sala personale; Gianfranco Ferroni, Antologica, Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, 1994; Quadriennale nazionale d’arte, Roma 1999. Dopo la sua morte una ricostruzione dell’intero percorso è sata realizzata con la mostra Gianfranco Ferroni, Dipinti, Disegni, Incisioni, fotografie dalla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi di Firenze nel 2003.

In Sicilia sono state realizzate due mostre personali: al Centro d’Arte 74, Palermo, 1974 e a Palazzo Mormino, Donnalucata, Scicli 1991 (grafica) e opere sono state esposte nell’ambito di due mostre collettive: Paesaggi italiani., Ex convento di San Francesco, Sciacca, 1991 e Il pro e il contro, Convento del Carmine, Marsala, 2003.

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